La nostra pratica

CIO’ CHE ATTIENE ALLA NOSTRA PRATICA, CON COSA AVREMO A CHE FARE

Per tutta la giornata veniamo assorbiti dalla nostra vita pratica. Produciamo pensieri e atti con lo scopo di 

background-84678__180raggiungere dei risultati immediati, verso obiettivi a volte oscuri o non sempre desiderati e gratificanti, con un ritmo, una velocità, un’intensità, a volte con un disinteresse tali da creare nostro malgrado una sorta di dissociazione tra corpo, mente e coscienza, tra colui che compie questi atti e colui che li vive. Può così venire a crearsi una vera e propria alterazione del sistema nervoso e sensoriale, rappresentato da tutti quei recettori bio-chimici attraverso i quali stabiliamo relazioni con l’ambiente. Proprio a causa di questa estraniazione inconsapevole, il campo d’azione della nostra coscienza e conseguentemente il senso di realtà, ovvero il modo e la qualità con cui entriamo in contatto con noi stessi e con il mondo, tendono a ridursi sensibilmente. Ci si ritrova così ad utilizzare sempre gli stessi canali di comunicazione, gli stessi schemi mentali, tutto ciò che è già noto, acquisito. Se da un lato questo ha lo scopo di “semplificare” e rendere sicuramente più agevole ed efficace la nostra esistenza quotidiana dall’altro, proprio a causa di ciò e senza neppure rendercene conto, giorno dopo rays-656583__180giorno la impoveriamo inibendo la nostra intelligenza creativa che sola può aprirci a quel meraviglioso piacere infantile del sorprenderci ancora di ciò con cui entriamo in contatto.

Tendiamo così a vivere sempre più tempo della nostra vita fuori di noi, soggetti ad un ritmo che non è il nostro che affievolisce la nostra consapevolezza, il nostro sentimento d’essere e ci lascia senza energia, senza stimoli, ma soprattutto ci rende estranei a noi stessi e incapaci, pur desiderandolo, di rioccupare gli spazi della nostra realtà interiore e di dare ascolto alle nostre istanze più vere, le istanze dell’anima, luce della nostra vita.Cosa fare allora? Adesso, subito, non fra un istante, non dopo, non domani. Adesso!

Atha yoga-anusasanam“…..ecco, ora lo yoga…..” (Patanjali – Yoga sutra I.1)

Incominciamo intanto ad entrare in contatto con il nostro corpo.Ascoltiamo le sensazioni che da esso affiorano.Avviciniamoci attraverso il corpo al nostro primario sentimento d’essere.Intanto siamo un corpo, un corpo e le sue sensazioni.Vedremo poi cosa succede.

gold-541441__180La pratica fin da subito cercherà di stabilire una certa relazione con il corpo. Una relazione reale e diretta che gradatamente diventerà sempre più sottile. Per questo i nostri gesti iniziali saranno particolarmente “piccoli e semplici”, poco eclatanti dunque e sostenuti da una certa qualità respiratoria che nel tempo si aprirà ad una naturale lentezza. Recupereremo così una significativa qualità d’insieme che ci inviterà a “non aver fretta”, a lasciare che “ogni gesto si compia fino alla fine”, per poter risiedere con la giusta partecipazione in ciò che sta avvenendo. Stabiliremo così un primo contatto con il nostro corpo e sapremo sempre di più della sua struttura portante e dell’estrema plasmabilità della sua architettura di base attraverso la quale è possibile rappresentarci in forme statiche o muoverci agevolmente nello spazio. Sarà pertanto attraverso questasymbol-704076__180 esperienza di “contatto corporeo”, che coinvolgerà contemporaneamente il nostro sistema nervoso neuro-vegetativo, dunque il centro delle nostre dinamiche viscerali automatiche e reattive, che potremo avvicinare, con gradualità, le diverse sfere del nostro sistema psico/somatico e avvicinarci con una nuova, fresca e sorprendente capacità di comprensione alla radice della nostra coscienza mentale e sovramentale, per realizzare ciò che sta al di là del pensiero al di là del suo scorrere senza sosta…