I fiori e la spazzatura

I fiori e la spazzatura

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Corrotto e irreprensibile, sporco o puro. Sono concetti creati dalla mente. La bella rosa appena colta e
messa in vaso è pura. Profuma di buono, di fresco e di pulito. Il secchio della spazzatura è l’opposto. Un
mucchio di roba marcia e puzzolente. Questo, se ci fermiamo alla superficie. Guardando meglio, vedremo
che fra cinque o sei giorni anche la rosa diventerà spazzatura. Non occorre neppure aspettare tanto: basta
osservare la rosa, osservarla attentamente, e lo vediamo subito. E se guardiamo nel secchio della
spazzatura, vedremo che nel giro di pochi mesi il suo contenuto diventerà tanta bella verdura, o magari
una rosa. Un bravo giardiniere biologico vede nella rosa la spazzatura e nella spazzatura la rosa. Rose e
spazzatura inter-sono. Senza la rosa non c’è spazzatura, senza spazzatura non c’è la rosa. Hanno un gran
bisogna l’una dell’altra. Rose e spazzatura sono pari. La spazzatura è preziosa quanto la rosa. Se
esaminiamo a fondo i concetti di purezza e corruzione, ritorniamo alla nozione di inter-essere. Così come
se pensiamo alle condizioni di ricchezza e povertà. La società del benessere e la società del sottosviluppo
inter-sono. La ricchezza dell’una è fatta della povertà dell’altra. “Questo è così com’è perchè l’altro è così
com’è”. La ricchezza è fatta di non-ricchezza così come la povertà è fatta di non-povertà. Proprio come
il foglio di carta. Perciò stiamo attenti a non farci imprigionare dai concetti. La verità è che ogni cosa
contiene tutto il resto. Non possiamo essere e basta, possiamo solo inter-essere. Siamo responsabili di
tutto ciò che accade attorno a noi.
(liberamente tratto dagli scritti del monaco buddhista Thich Nath Hanh)